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Notizie dal Comune

Lo stendardo della S.S. Trinità di Raffaello al Metropolitan Museum of Art di New York in occasione della grande mostra "Raphael sublime poetry", da 23 marzo al 28 giugno 2026. Il Museo sosterrà il completamento del restauro
Stendardo Raffaello
12.07.2025 -

 

 

Lo Stendardo processionale della SS Trinità di Raffaello, custodito nella Pinacoteca comunale di Città di Castello sarà esposto al Met, Metropolitan Museum of Art di New York, in occasione della mostra “Raphael sublime poetry”, a cura di Carmen Bambach, in programma da 23 marzo al 28 giugno 2026, un percorso completo sull’opera di Raffaello con oltre 200 opere provenienti da musei di profilo internazionale come Musei Vaticani, Biblioteca apostolica Vaticana, Uffizi, Louvre, Prado, British Museum e National Gallery, per citare le istituzioni maggiormente illustri. Al Met sarà possibile vedere lo Stendardo, per la prima volta dopo il completamento del restauro estetico, a cura dell’Istituto Centrale del Restauro, sostenuto dallo stesso museo newyorkese come fee per il prestito.

Lo Stendardo processionale di Raffaello, dipinto olio su tela (166x94 cm per lato), con cornice seicentesca, databile al 1499 circa e conservato nella Sala della Contemplazione della Pinacoteca comunale di Città di Castello, costituisce una delle primissime opere attribuite all'artista, l'unico dipinto di Raffaello rimasto a Città di Castello e l’unica opera mobile di Raffaello in Umbria. Di proprietà del comune di Città di Castello, con un valore stimato di 6milioni di euro, è considerato - e come tale studiato - opera di eccezionale valore culturale, sia perché attesta le primissime prove di Raffaello magister sia per il livello artistico, che presenta caratteri propri dell’epoca matura dell’artista. “Tutto nasce circa un anno fa quando il presidente del Met York Max Hollein e il direttore del museo Marina Kellen French, hanno presentato al Comune di Città di Castello la richiesta di prestito dello Stendardo” annunciano il sindaco Luca Secondi e l’assessore alla Cultura Michela Botteghi, “da quel momento ha preso il via una complessa procedura del Servizio Cultura sia istruttoria che autorizzativa, di concerto con la Soprintendenza Archeologia Beni Culturali e Paesaggio dell’Umbria, che ha ricostruito la storia conservativa recente dello Stendardo, oggetto di un intervento di restauro, avviato dall’Istituto Centrale del Restauro di Roma, nell’ambito della mostra del Cinquecentenario Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo, che si è svolta nella Pinacoteca comunale da ottobre 2021 a gennaio 2022, e non completato a causa delle tempistiche dell’evento espositivo, fortemente condizionato dall’Emergenza sanitaria Covid-19. Il Comune ha chiesto all’ICR un progetto di completamento dell’intervento, che si concentrerà sulle criticità estetiche del dipinto, dovuto alla presenza di lacune non reintegrabili che costituiscono un grave disturbo percettivo, venendo in evidenza a discapito dell’immagine complessiva. L’autorizzazione al prestito da parte del Servizio IV del Ministero della Cultura, deputato alla circolazione delle opere, ha permesso di passare alla fase operativa del restauro, le cui risultanze saranno oggetto di pubblicazione, sarà preceduto da una fase di ricerca e diagnostica con strumenti all’avanguardia e la consulenza di laboratori specializzati di Napoli e Roma. Nonostante le condizioni dello Stendardo siano considerate non critiche, anche le modalità di movimentazione dell’opera, che nei prossimi giorni sarà trasferita nella sede dell’ICR, sono state messe a punto con l’utilizzo di tecnologie e supporti in grado di garantire la massima sicurezza e tutela, sia nel trasferimento a Roma che, a fine restauro, in America”. “Il senso dell’operazione è evidente” continuano sindaco ed assessore “come riconosciuto nella motivazione del Servizio IV, la mostra del MET su Raffaello, di profilo internazionale, promuoverà la conoscenza dello Stendardo, su una platea qualificata e ampia, con i riflessi positivi, che tale esposizione determina, in termini di audience e di reputazione, per il museo e il territorio che lo custodisce; inoltre consentirà all’Ente di valorizzare un’opera di enorme valore culturale e identitario per la città, grazie alla concessione di un fee per il prestito da parte del MET, pari a 30.000,00, che sarà impiegato per coprire le spese vive di restauro.

 

 

Scheda

 

Stendardo processionale della S.S. Trinità di Raffaello

Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520)
Gonfalone della Santissima Trinità a due facce
Trinità tra i santi Sebastiano e Rocco
Creazione di Eva e due angeli
1499-1501
olio su tela
Città di Castello, Pinacoteca comunale

 

Lo Stendardo processionale della S.S. Trinità, dipinto olio su tela (166x94 cm per lato), con cornice seicentesca, databile al 1499 circa e conservato nella Sala della Contemplazione della Pinacoteca comunale di Città di Castello, costituisce una delle primissime opere attribuite all'artista, l'unico dipinto di Raffaello rimasto a Città di Castello e l’unica opera mobile di Raffaello in Umbria. Di proprietà del comune di Città di Castello, con un valore stimato di 6milioni di euro, è considerato - e come tale studiato - opera di eccezionale valore culturale, sia perché attesa le primissime prove di Raffaello magister sia per il livello artistico, che presenta caratteri propri dell’epoca matura dell’artista. Tra i dipinti di Raffaello per Città di Castello è il solo a non essere menzionato dalle fonti o nei documenti. Citato per la prima volta nel 1627 da padre Angelo Conti, conserva sulla sua superficie le tracce del suo utilizzo come gonfalone, tanto che già nel 1628 i confratelli decisero di non portarlo più in processione per poterlo meglio conservare. Il gonfalone, dipinto su due tele sottili poi accostate, raffigura sulla sinistra la Trinità con i santi Rocco e Sebastiano e a destra la Creazione di Eva dalla costola di Adamo. La sua realizzazione si colloca tra il 1499 e il 1501 ed è probabilmente da collegarsi all’epidemia di peste che colpì la città nel 1497, da qui la raffigurazione dei due santi Rocco e Sebastiano. Restaurata in occasione della mostra dall’Istituto Centrale per il Restauro (ICR) di Roma., rappresenta uno straordinario documento del linguaggio di Raffaello ancora diviso tra i ricordi della cultura di Urbino (contrasto squillante dei colori) e il nuovo linguaggio di Perugino e della cultura fiorentina (morbidezza del modellato del viso di Adamo).

 


CittàdiCastelloNotizie- Agenzia stampa del Comune di Città di Castello
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