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La bella storia del cane cieco davanti al presepe dei "tartufai" che racconta la sua storia. Leo il cocker spaniel che non vede più ma grazie al fiuto impareggiabile scova ancora tartufi record e riesce a trasmettere sensazioni uniche
Leo presepe
06.01.2024 -


 
La bella storia del cane cieco davanti al presepe dei “tartufai” che racconta la sua storia. Leo il cocker spaniel che non vede più da qualche anno ma grazie al fiuto impareggiabile scova ancora tartufi record e riesce a trasmettere sensazioni uniche al proprietario, esperto “cavatore”, Lorenzo Tanzi, che lo segue da sempre con amore. Davvero straordinaria a dir poco struggente l’immagine immortalata dall’obiettivo della macchina fotografica in questi ultimi giorni di svolgimento della XXII° edizione della Mostra Internazionale di Arte Presepiale, presso la Cripta della cattedrale, che ritrae Lorenzo con il cane Leo in braccio davanti al presepe dedicato alla “cerca e cavatura” del tartufo (dal 2021 patrimonio Unesco), realizzato dagli artisti Vincenzo Saccardo e Salvatore Fiore di Avellino. Un’opera davvero originale per celebrare attraverso la rappresentazione della natività la figura del tartufaio e dei cani, animali straordinari, che fanno parte da secoli della tradizione e della storia altotiberina ed umbra. Sughero, legno, rami di alberi adattati, terracotta per le figure e i cani con occhi di vetro. Ma sono i particolari che catturano l’attenzione del visitatore come i vanghini, le bisacce e gli abiti tipici dei “cavatori”. Uno di quei cani con gli occhi di vetro è proprio Leo con la sua storia carica di affetto e di amore che ha fatto commuovere l’Italia intera. In parte lo rappresenta ed il cane seppur senza più la vista sembra percepirlo quasi d’incanto. “E’ un’opera davvero bella, significativa del mondo che ruota da sempre attorno alla cerca e cava del tartufo, con tutti i suoi protagonisti, i cani in primo luogo, straordinari animali senza i quali nulla sarebbe possibile. In questo presepe c’è l’uomo che porta in dono i prodotti della terra in questo caso i tartufi al bambino Gesù. I tartufai, credenti e non credenti riconoscono nella natura grandi capacità di dare doni all’uomo che deve capire questo significato profondo di rispetto dell’ambiente e del creato. Essere qui oggi davanti a questo presepe unico nel suo genere che in parte raffigura anche la storia di Leo e del rapporto con me e la mia famiglia mi ha fatto commuovere” – spiega con gli occhi lucidi, l’amico inseparabile e proprietario, Lorenzo Tanzi, 70 anni, insegnante tecnico pratico per le esercitazioni agrarie, ora in pensione, esperto e storico divulgatore dell’affascinante mondo che ruota attorno alla secolare tradizione della raccolta dei tartufi, che non l’ha mai abbandonato e gli è rimasto sempre accanto ed ho percepito, nonostante lui non può più vedere”. “Oggi ho percepito la felicità di Leo, quasi volesse ringraziare coloro che hanno avuto la straordinaria idea di celebrare attraverso le statuine di un presepe artistico la storia dei cani e dei tartufai. Davvero commovente, momenti e sensazioni che non dimenticherò grazie alla sensibilità degli organizzatori di questa bellissima Mostra Internazionale di Arte Presepiale che hanno voluto dedicare al nostro mondo un angolo importante particolarmente apprezzato dai visitatori”, precisa ancora Tanzi. Ormai privo di vista da due anni, dopo aver subito un ulteriore intervento chirurgico agli occhi Leo, grazioso cocker spaniel, di quasi 12 anni, nemmeno in questo avvio del 2024, seppur completamente cieco non ne vuole sapere di rinunciare alle scarpinate nei boschi alla ricerca del tartufo con il suo inseparabile amico tartufaio. “E’ il cane – dice - che, attraverso eloquenti segnali mi spinge quasi ogni giorno a voler uscire ed andare nei boschi dove l’olfatto straordinario e l’udito gli permettono di ricevere tutte le informazioni di cui ha bisogno: basta che gli si lasci il tempo di abituarsi.” Questo è il risultato più bello”, sottolinea, Lorenzo Tanzi, che ha trovato una compagnia a quattrozampe per Leo, una splendida cagnolina, Lara, “Spinger Spaniel”, da qualche mese al suo fianco naso all’ingiù alla ricerca del tartufo. “Ormai sono amici inseparabili e Leo, ne sono sicuro sarà per Lara un maestro di vita e di “mestiere”. Più di 50 anni trascorsi nei boschi e le colline dell’altotevere con la bisaccia, il vanghino in spalla ed in cane al guinzaglio, Tanzi, ha scritto anche un libro su questa mitica figura del cavatore,  “Il tartufaio, un uomo, i suoi cani, i tartufi”,  Petruzzi Editore già alla seconda ristampa. La storia incredibile di  Leo, ora appartiene alla sua famiglia, la moglie Graziella e i figli Daniele e Valentina, che hanno voluto più di ogni cosa, nell’agosto del 2012, che quel cucciolo entrasse a far parte della loro vita: così è stato. “I tartufai con i loro cani sono i protagonisti di pagine di vita quotidiane e stagionali che da secoli si ripetono, condite da aneddoti e storie straordinarie come quella di Leo e del suo proprietario Lorenzo simbolo dell’amore che i cavatori stessi nutrono per i cani, che gli consentono di tirare fuori dai boschi autentici gioielli della natura”, dichiarano il sindaco Luca Secondi  l’assessore al Turismo e Commercio, Letizia Guerri, che hanno definito il presepe dedicato ai tartufai e alla storia di Leo, un giusto e inedito riconoscimento che gli organizzatori della mostra, l’associazione Amici del Presepio “Gualtiero Angelini” hanno loro riservato.
 

 


CittàdiCastelloNotizie- Agenzia stampa del Comune di Città di Castello
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