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Notizie dal Comune

Lotta alla dipendenza dal gioco d'azzardo in Alta Valle del Tevere: i Comuni fanno squadra con Regione, Usl Umbria 1 e privato sociale per contrastare un fenomeno che ha un'incidenza nel territorio superiore alla media dell'Umbria. 
Azzardo
04.12.2023 -

 

 

 

 

Lotta alla dipendenza dal gioco d’azzardo in Alta Valle del Tevere, dove i Comuni della Zona Sociale 1, con Città di Castello capofila, fanno squadra con Regione, Usl Umbria 1 e privato sociale per contrastare il dilagare del fenomeno nel comprensorio, che registra un impatto superiore alla media regionale, con una stima di circa 1.600 persone con problemi economici, familiari e psicologici collegati a questa specifica patologia. Rispetto alla cifra di 1 miliardo 32 milioni e 209.582,26 euro giocata d’azzardo legalmente in Umbria nel 2019 secondo l’ultima indagine del Centro Regionale per la Salute Globale dell’Umbria, nella Zona Sociale 1 dell’Altotevere sono stati, infatti, spesi 104 milioni e 72.668,97 euro, pari al 10 per cento del reddito annuale della zona, più del dato medio umbro pari all’8,64 per cento del reddito annuale regionale, con 1.170 euro annui in media di giocate pro capite. La giocata media pro capite di 1.366 euro annui del comprensorio, al di sopra della media regionale, presenta picchi superiori al valore medio della Zona Sociale 1 e regionale nei Comuni di Città di Castello e San Giustino, con dati comunque molto alti rispetto alla popolazione residente negli altri comuni della vallata. Le macchine da gioco elettroniche (EGM) sono le preferite dagli altotiberini, con un dato pro capite molto elevato rispetto al dato regionale, mentre le giocate in videolotterie (VLT) e lotterie istantanee sono in linea col dato regionale. Impressionanti i dati numerici: a Città di Castello nel 2019 sono stati giocati 61 milioni 270.156,92 euro, circa l’11 per cento del reddito, con un dato delle giocate pro capite maggiore di quello regionale, a Umbertide sono stati giocati 20 milioni 922.613 euro, circa il 10 per cento del reddito, mentre a San Giustino sono stati giocati 17 milioni 814.624 euro, circa l’11 per cento del reddito. La risposta sinergica che metteranno in campo le istituzioni pubbliche, con i Servizi Sociali e il Servizio per il Trattamento del Disturbo da Gioco d'Azzardo (DGA) del Distretto Alto Tevere dell’Usl Umbria 1 in prima linea nell’attuazione di un nuovo modello operativo, passa attraverso il nuovo centro di riferimento regionale per il trattamento della ludopatia aperto in via del Campo, nel cuore di Città di Castello, e una campagna di sensibilizzazione e prevenzione del gioco d’azzardo patologico strutturata su sei incontri nel territorio con l’Unitre tifernate e con Arcat Umbria, rivolta alla popolazione di età superiore ai 65 anni. Proprio il contributo di Arcat e Unitre, con un’esperienza unica a livello regionale, sarà orientato a contrastare la ludopatia in una fascia di popolazione a rischio, ma anche a stabilire un ponte intergenerazionale verso i giovani, con i nonni nelle vesti di “influencer”, pronti a dispensare consigli indispensabili ai giovani. A indicare il bisogno di un intervento rivolto a tutte le fasce d’età della popolazione sono anche i riscontri del primo anno di attività del centro di riferimento regionale per il trattamento della ludopatia, che ha registrato una media di circa un accesso alla settimana, per un totale di 45 utenti, soprattutto tra i 45 e i 60 anni, con prevalenza dei maschi (in rapporto 3 a 1 con le donne) e 7 casi con più di 65 anni.  “Il disturbo da gioco d’azzardo è oramai diventato un fenomeno dilagante, che non si è fermato neanche con il lockdown, durante il quale ha soltanto cambiato modalità, andando verso lo sviluppo del gioco online”, ha ammonito stamattina in conferenza stampa l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Città di Castello Benedetta Calagreti, che insieme al sindaco di Citerna Enea Paladino e all’assessore alle Politiche Sociali di San Giustino Andrea Guerrieri, hanno sottolineato “l’importante collaborazione che si sta portando avanti in Altotevere tra i Comuni della Zona Sociale 1 per contrastare di questa piaga”. “Un lavoro – hanno spiegato - ben coordinato con Usl Umbria1, che gestisce il Servizio per il trattamento del Disturbo da Gioco d'Azzardo con sede a Città di Castello, e con il terzo settore, che attraverso l’Unitre tifernate e Arcat Umbria sarà protagonista di sei appuntamenti destinati agli over65, in assoluto una delle fasce più fragili e più colpite dal fenomeno del gioco d’azzardo, che saranno finalizzati alla sensibilizzazione e alla prevenzione del fenomeno in questa fascia della popolazione”. In questo contesto, l’assessore Calagreti ha ricordato l’importante tappa dell’approvazione in estate da parte del consiglio comunale tifernate del regolamento per l’esercizio del gioco lecito, il primo in Altotevere, che verrà adottato anche dagli altri comuni. Insieme agli amministratori, che hanno espresso l’unanime aspettativa che ci sia una legislazione nazionale e regionale in grado di ridurre l’impatto del fenomeno e offrire gli strumenti finanziari per intervenire, a rafforzare l’idea di una mobilitazione forte e unitaria di un intero territorio sono stati Daniela Felicioni, direttore del Distretto Altotevere Usl Umbria 1, con il responsabile del Servizio Aziendale per il Trattamento del disturbo da Gioco d’Azzardo Luciano BondiGiuliana Zerbato, dirigente dei Servizi Sociali del Comune di Città di Castello, Daniele Benedetti, responsabile Federsanità Anci Umbria, la presidente di Arcat Umbria Valeria Matteucci e il presidente dell’APS Università della Terza Età-Unitre di Città di Castello Flavio Bravi. “Qui in Altotevere progetti come questi si possono fare perché c’è una sinergia efficace tra gli otto comuni della Zona Sociale, l’Usl Umbria 1 e le associazioni di volontariato, un valore aggiunto che ci porta a offrire dei servizi capaci di rispondere alle necessità dei cittadini”, ha spiegato Felicioni, che ha evidenziato “la soddisfazione di aver avviato anche in questo territorio un servizio importante, in grado di affrontare la problematica della dipendenza dal gioco d’azzardo in locali idonei agli incontri e ai colloqui, con la possibilità di dare supporto sotto il profilo piscologico, ma anche economico e legale”. A entrare nel merito del funzionamento del centro di riferimento regionale per il trattamento della ludopatia aperto in via del Campo, che è stato arredato grazie a un finanziamento ottenuto dal Comune di Città di Castello, è stato Bondi, che ha rimarcato come “i numeri del fenomeno in Altotevere siano indicativi di quello che potrebbe essere il volume di utenza per  cui attuare un percorso terapeutico e quindi della necessità di attuare interventi efficaci di sensibilizzazione e prevenzione nel territorio, volti a contrastare la diffusione incontrollata delle attività di gioco d’azzardo e ad aumentare le possibilità di intercettazione  precoce delle problematiche conseguenti”. Il centro tifernate per il trattamento del disturbo da gioco d'azzardo si inserisce nella rete dei centri di riferimento regionale, che comprende Perugia, Foligno e Terni. Il territorio di riferimento per l’utenza è quello dei Comuni della Zona Sociale 1 (Alto Tevere) e 7 (Alto Chiascio). Nel Servizio è presente una Equipe di operatori (Cristina Mariucci, assistente sociale, Lucia Cecci, psicologa, e Monia Tanci, infermiera--counselor) con competenze ed esperienze specifiche nel trattamento del disturbo da gioco d’azzardo. L’attività viene svolta dal lunedì al venerdì (tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 14:00, il lunedì e giovedì dalle 8.00 alle 17.30) con accesso senza impegnativa medica, contattando i numeri 075.8932980 – 075.8932981. A richiamare l’attenzione sull’impegno di Federsanità Anci Umbria è stato Benedetti, che ha evidenziato come l’associazione sosterrà “le aree territoriali che dimostreranno di avere progettualità e capacità di azione, come l’Alta Valle del Tevere”, evidenziando “la capacità di fare squadra e le competenze che esprime questo territorio” e “l’importanza di dare un contributo a regolamentare l’accesso ai luoghi dove viene praticato il gioco lecito, come si è già iniziato a fare, non a caso, in questo qui”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la dirigente Zerbato, che ha dato conto della “grande collaborazione tra Comuni, Usl Umbria 1 e volontariato sociale, che ha permesso di costruire un progetto ambizioso, con tanti strumenti e tanti obiettivi importanti”. Lo scopo al quale ha lavorato la struttura comunale tifernate,  con la responsabile del Piano Attuativo per la Zona Sociale 1 Maria Cristina Donati Sarti, la referente del Piano Attuativo Cristina Grilli e la responsabile Eventi Over 65 Leda Pierangeli in collaborazione con gli Uffici della Cittadinanza del comprensorio, è di passare da una risposta di primo fronteggiamento ad un sistema strutturale di servizi ed interventi, secondo modelli innovativi, sia sul piano dell’approccio metodologico che su quello organizzativo, che costituisce il primo passo nella direzione di un rinnovamento complessivo del sistema di intervento regionale rivolto alle dipendenze. Selezionate attraverso un avviso di manifestazione d’interesse pubblicato dal Comune di Città di Castello nell’ambito del Piano attuativo della Zona Sociale 1, che sulla base della programmazione regionale prevede attività di comunicazione e informazione rivolte agli over 65 e altri gruppi vulnerabili sui rischi connessi alla pratica del gioco d’azzardo, Arcat Umbria e Università della terza età di Città di Castello si faranno carico della campagna di sensibilizzazione sul territorio: la prima associazione con l’organizzazione di quattro eventi da tenersi a San Giustino (sede del primo incontro in programma mercoledì 13 dicembre (ore 18.00), presso il cinema teatro Astra in via Citernese Aretina 1), Umbertide, Citerna, Pietralunga; la seconda con due eventi da tenersi nel comune di Città di Castello. “Abbiamo sempre avuto un’attenzione notevole nei confronti dei giovani, siamo abituati allo scambio di conoscenze ed esperienze con loro nell’ambito delle nostre attività, per cui pensiamo di poter essere un valore aggiunto delle iniziative di sensibilizzazione della popolazione, guardando anche oltre la fascia over 65 alla quale ci rivolgeremo in prima istanza, consapevoli dei rischi a cui è esposta e delle pesanti conseguenze delle situazioni di dipendenza dal gioco d’azzardo”, ha spiegato il presidente di Unitre Bravi. “Sono trent’anni che lavoriamo in Umbria e ci rivogliamo a tutte le persone che vogliono confrontarsi sui problemi legati alle dipendenze, per cui essere parte di questa importante rete con le istituzioni pubbliche dell’Altotevere ci stimola molto a lavorare per creare la salute e il benessere di una comunità che derivano dall’incontro e dal confronto”, ha puntualizzato la presidente di Arcat Umbria Matteucci

 


CittàdiCastelloNotizie- Agenzia stampa del Comune di Città di Castello
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