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Notizie dal Comune

Il sindaco Luca Secondi risponde alla consigliera Loriana Grasselli (PSI) sulle liste di attesa: "manca un'inversione di rotta e manca una interlocuzione fattiva da parte della Regione". 
Ospedale ingresso
03.11.2023 -

 

 

 

 

 

 

“I problemi del sistema sanitario sono di carattere nazionale, quindi non è corretto gettare la croce addosso a chi si prodiga per gestire la situazione in Umbria, sarebbe però corretto che il livello regionale, pur in presenza di difficoltà oggettive, garantisse una interlocuzione fattiva, perché su aspetti come la gestione delle liste di attesa manca un’inversione di rotta e manca la partecipazione istituzionale necessaria, come mancano interventi quali l’interruzione delle prestazioni in intramoenia, che di fatto non è avvenuta, nonostante la presidente Tesei l’avesse preannunciata se non fosse migliorata la situazione delle liste di attesa”. E’ quanto ha sostenuto il sindaco Luca Secondi, rispondendo in consiglio comunale all’interrogazione con cui la capogruppo del PSI Loriana Grasselli chiedeva conto della gestione delle liste di attesa sanitarie. L’esponente della maggioranza aveva espresso l’esigenza di comprendere cosa intendessero fare la Regione e l’Usl Umbria 1 “per ridurre il tempo delle liste di attesa”, se fosse “intenzione della Regione bloccare le prestazioni intramoenia fino alla riduzione effettiva delle citate liste, come prevede la legge e come annunciato dalla stessa presidente Tesei” e se fosse “intenzione della USL 1 interrompere il ‘nomadismo’ nell'erogazioni di prestazioni diagnostiche alle categorie più fragili”. “Le liste di attesa per le prestazioni diagnostiche hanno tempi irragionevoli quando sono aperte”, aveva segnalato Grasselli, evidenziando come vi sia “un nomadismo degli ultrasettantenni e dei malati con gravi patologie, che vengono sballottati in tutta la Regione quando c'è un posto libero, una gestione, questa, ingiusta e penalizzante per anziani malati che hanno oggettive limitazioni nel poter affrontare lunghi spostamenti, a volte proprio controindicati dalla stessa patologia di cui soffrono, oltre ad essere un aggravio economico importante che va a colpire ulteriormente le fasce più povere della nostra comunità”. “Ultimamente anche le semplici analisi del sangue, che venivano garantite con un arco temporale di pochissimi giorni, vedono tempi di attesa di una o due settimane ed anche oltre”, aveva rilevato la consigliera del PSI, richiamando l’attenzione sul fatto che “spesso si giustifichino tali carenze con il mancato recupero di personale medico determinato da bandi che risultano andare deserti, ma che in pratica certificano o la non appetibilità professionale della nostra struttura sanitaria o la carenza di programmazione”. “Sarebbe opportuno avere risposte chiare, certe ed oneste, non sentendosi dire che tutto va bene, ricordando che la salute non ha colore politico o partitico ma i modelli di sanità devono manifestarsi con correttezza”, aveva sostenuto Grasselli, osservando: “se si propone un modello privato di sanità, va esplicitato, piuttosto che crearlo come smantellamento di quello pubblico”. “L'amministrazione regionale in questi anni di governo con l’assessore Coletto ha di fatto predisposto un modello di sanità sempre poggiata sui servizi offerti dai privati, diminuendo le prestazioni del servizio pubblico”, aveva esplicitato il concetto l’esponente della maggioranza, spiegando che “la privatizzazione della sanità regionale umbra è evidente dal sempre più crescente numero di cittadini, spesso coloro che soffrono di gravi patologie, che si trova a rivolgersi a centri privati, ultimamente non a caso esplosi come numero”. “Le politiche di ridimensionamento del servizio pubblico sanitario sono evidenziate dalla scarsità di investimenti programmatori, in particolare nel potenziamento delle risorse umane, che non sopperiscono nemmeno al naturale turn over”, aveva affermato Grasselli, concludendo: “tale impostazione sanitaria fa carta straccia dell'articolo 32 della nostra Costituzione, secondo il quale la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo". Intervenendo in aula, il sindaco Secondi ha letto la comunicazione pervenuta dal direttore sanitario facente funzioni Luigi Sicilia in risposta all’interrogazione. Il primo cittadino ha così riferito che “la direzione aziendale dell’USL Umbria 1 ha provveduto a intraprendere una serie di azioni mirate al contenimento dei tempi di attesa e al recupero delle prestazioni in percorso di tutela con l'obiettivo di incrementare l'offerta e di migliorare l’appropriatezza nella domanda di prestazioni”. “In particolare – ha detto Secondi riportando le parole di Sicilia -  al fine di rispettare le classi di priorità e garantire un tempestivo ed equo di accesso alle prestazioni di primo livello da parte dell'utenza si è proceduto alla definizione e implementazione di un piano interaziendale che prevede anche da parte dell'azienda ospedaliera di Perugia un ampliamento dell'offerta nei primi accessi per alcuni tipologia di prestazione; alla definizione di implementazione dell'offerta aggiuntiva aziendale, prevalentemente per ambito distrettuale per le prestazioni maggiormente critiche che attualmente vanno ad alimentare i percorsi di tutela; all'assegnazione delle strutture private, accreditate e convenzionate, di una parte delle prestazioni inserite attraverso l'utilizzo di risorse aggiuntive messe a disposizione a livello regionale”. Il primo cittadino ha dato conto, inoltre, del fatto che “al fine di migliorare l’appropriatezza prescrittiva e la presa in carico dei pazienti cronici sono stati avviati incontri periodici tra le direzioni di distretto e i medici di medicina generale per concordare le modalità di gestione delle prescrizioni di visite ad accertamenti strumentali”. “L’Usl 1 fa sapere infine – ha concluso Secondi – che è stata potenziata la presa in carico da parte degli specialisti per le prestazioni di protocollo e di secondo livello, con attivazione del 100 per cento delle piastre ambulatoriali, al fine di garantire la tutela del malato cronico e che, per quanto concerne la categoria dei più fragili, rappresentata dai pazienti cronici anziani over 65, dal 2 maggio del corrente anno la gestione delle prenotazioni a Cup regionale  prevede la garanzia di prossimità per tali categorie, alle quali deve essere assicurata la prestazione in ambito distrettuale compatibile con l'offerta di prestazioni disponibili della suddetta sede”. In sede di replica, la consigliera Grasselli si è detta insoddisfatta della risposta della direzione sanitaria dell’USL Umbria 1.  “Se è da maggio che è cambiata impostazione, tuttora non si vedono i risultati per le prestazioni diagnostiche per i fragili”, ha eccepito la rappresentante del PSI, lamentando che l’Usl Umbria 1 non abbia dato “alcuna risposta sulla questione dell’intramoenia, che non è stata interrotta, né tantomeno diminuita”.  

 


CittàdiCastelloNotizie- Agenzia stampa del Comune di Città di Castello
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