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Notizie dal Comune

Approvata a maggioranza in consiglio comunale la mozione contro ogni iniziativa fascista del consigliere Gionata Gatticchi (Pd).
Comune Palazzo
01.12.2021 -
 
 
 
Il consiglio comunale ha approvato con 16 voti favorevoli della maggioranza (Pd, Psi, Lista Civica Luca Secondi Sindaco, Castello Cambia e Luciana Bassini dell’Unione Civica Tiferno), quattro voti contrari (Fratelli d’Italia e Lista Civica Marinelli Sindaco) e un’astensione (Filippo Schiattelli dell’Unione Civica Tiferno) la mozione “contro ogni iniziativa di ispirazione fascista” presentata dal capogruppo del Pd Gionata Gatticchi.
Dispositivo. Con la mozione, emendata dal proponente su proposta del sindaco Luca Secondi e approvata dopo che a maggioranza era stata respinta la proposta del consigliere Riccardo Leveque (Fratelli d’Italia) di rinviare la discussione nella commissione consiliare preposta, l’assemblea impegna il primo cittadino e la giunta comunale “a rafforzare, nella sua azione amministrativo-istituzionale, l’opera di valorizzazione dei principi costituzionali e dell'antifascismo”; “a svolgere iniziative patrocinate dal Comune in particolare con gli studenti delle scuole medie e superiori al fine di contrastare il dilagante revisionismo storico sui fatti inerenti la seconda guerra mondiale e la lotta di liberazione”; “ad adottare le misure procedurali per modificare nella competente commissione Statuto l’art. 2 comma 9 dello Statuto Comunale sostituendolo con il seguente: ‘Il Comune di Città di Castello si ispira agli ideali di libertà, di fratellanza e della lotta antifascista e partigiana che hanno portato alla fondazione della Repubblica Italiana. Il Comune richiamandosi alla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, approvata dalle Nazioni Unite, riconosce il valore assoluto della vita, della sicurezza e della dignità di ogni persona umana come fondamento di libertà, giustizia e pace universale. A tal fine considera, anche, proprio compito primario la tutela delle fasce più svantaggiate della popolazione locale, ed opera per promuovere la solidarietà della comunità civile, in particolare a vantaggio dei soggetti più deboli ed indifesi. Promuove le più ampie iniziative in materia di assistenza, integrazione sociale e di tutela dei diritti delle persone diversamente abili. Il Comune riconosce i diritti della famiglia base naturale della società ed intraprende iniziative atte a realizzare anche in sede locale i principi costituzionali previsti dagli artt. 29 - 30 - 31 della Costituzione Italiana. Il Comune tutela le altre forme di convivenza”; “a subordinare la concessione di spazi ed aree pubbliche, sale ed altri luoghi di riunione di proprietà comunale alla presentazione di una dichiarazione con la quale il richiedente affermi: di riconoscersi nei principi e nelle norme della Costituzione italiana; di ripudiare il fascismo, il neofascismo, il nazismo, il neonazismo, il razzismo ed ogni forma di discriminazione in violazione dei principi di uguaglianza e di tutela della dignità umana sanciti dalla Costituzione; di non professare, fare propaganda, compiere manifestazioni esteriori inneggianti alle ideologie fasciste, neofasciste, naziste, neonaziste, razziste o discriminatorie in contrasto con la Costituzione, la legge di attuazione della stessa, la normativa nazionale e lo Statuto Comunale; di non perseguire finalità antidemocratiche, esaltando, propagandando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politica o propugnando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la Costituzione e i suoi valori democratici fondanti; a prevedere che “la mancata dichiarazione di cui sopra comporterà l’inammissibilità della domanda. Nell’atto di autorizzazione o concessione dovrà essere fatto esplicito riferimento alla dichiarazione presentata. Il compimento di atti o dichiarazioni contrarie alla dichiarazione effettuate durante lo svolgimento dell’attività autorizzata, comporteranno l’immediata decadenza dell’autorizzazione e la immediata cessazione – se tecnicamente possibile – delle attività ancora in essere. La violazione determinerà inoltre l’impossibilità per il soggetto richiedente di ottenere una nuova autorizzazione per un periodo di cinque anni. La falsità della dichiarazione resa in relazione al soggetto richiedente, comporterà la segnalazione all’Autorità giudiziaria per violazione degli articoli 495 e seguenti del Codice penale ed il diniego della richiesta autorizzazione; “ad iscrivere il Comune di Città di Castello all’anagrafe Antifascista istituita dal Comune di Stazzema per la costituzione di un comune virtuale antifascista, sottoscrivendone la relativa carta valoriale”; “ad inviare la presente mozione, a cura della presidenza del Consiglio Comunale, al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed al Ministro dell’Interno, chiedendo l’avvio del procedimento di scioglimento del partito politico Forza Nuova per ricostruzione del partito fascista e per l’inottemperanza alle norme previste dalla c.d. legge Mancino, risultando oltre ogni modo comprovato il coinvolgimento di militanti di Forza Nuova in episodi di violenza razzista e fascista”.
Dibattito. Il consigliere Gatticchi ha evidenziato che “è necessario contrapporsi al tentativo di negare l’esistenza di un problema legato al fascismo e al neofascismo, testimoniato da dati come i 216 episodi di violenza che l’osservatorio sulle aggressioni neofasciste in Italia ha registrato dal 2014 a oggi, e fare in modo che il Comune si faccia promotore di un chiaro messaggio antifascista attraverso l’educazione civica e la modifica in questo senso dello statuto e dei regolamenti dell’ente”. “Sono convinto che su questo obiettivo ci sarà quanto meno la condivisione delle forze politiche di Centrosinistra, che si sono divise alle elezioni sulla visione della città, ma non possono che essere unite nel sostenere i valori dell’antifascismo e della resistenza”, ha concluso Gatticchi. Nel rimarcare che “la lotta contro ogni forma di violenza e a sostegno del valore della vita stia molto a cuore anche alla nostra parte politica”, il consigliere Riccardo Leveque (Fratelli d’Italia) ha sostenuto che “sarebbe stato più opportuno portare prima nella commissione preposta la mozione per favorire un dibatto aperto e un approfondimento ulteriore, soprattutto per verificare come modificare statuto e regolamenti, considerando che i principi costituzionali richiamati dal documento sono già inseriti nell’articolo 1 dello stesso statuto comunale”.  “Se vogliamo dare un vero contributo portiamo la mozione in commissione e facciamolo insieme – ha proposto - visto che la materia non è né di destra, né di sinistra, perché   qualunque ideologia che non abbia permesso la libertà dell’uomo è una forma di violenza”.  “La mozione punta su ideali in cui mi riconosco”, ha chiarito la consigliera Emanuela Arcaleni (Castello Cambia), che ha espresso l’esigenza di andare a “un approfondimento della tematica”.  “Fascismo è dove se non la pensi come quelli che comandano sono guai, quindi oggi cos’è più fascista?” ha detto l’esponente della minoranza confrontando chi sostiene ideali di questo stampo e chi adotta comportamenti finalizzati a condizionare la libera scelta delle persone, anche dal punto di vista delle scelte, della critica e dell’adesione politica. “Cosa pensereste di un comune, di una città in cui avvenissero queste cose? Io penserei che è più vicino al fascismo di quello che si crede”, ha detto Arcaleni, concludendo: “l’antifascismo dovrebbe essere pratica quotidiana, in grado di riconoscere i soprusi, le aggressioni, le violenze, le intimidazioni e le minacce, denunciandoli sempre e comunque, con e senza bandiera rossa, con e senza queste mozioni”. “Anche per me questa mozione interessantissima merita di essere approfondita in commissione per una discussione più appropriata, dovendo valutare una modifica dello statuto”, ha dichiarato la consigliera dell’Unione Civica Tiferno Luciana Bassini. Nel ricordare il dibattito sull’articolo 1 dello statuto comunale del 1997 “che portò al voto unanime sulla base dell’incontro di idee”, il consigliere Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d’Italia) ha sostenuto che “lo statuto non si cambia a colpi di mozioni, perché è qualcosa di profondamente antidemocratico”. “Il fascismo è morto e sepolto, è stato una manifestazione storica di quel periodo”, ha sostenuto l’esponente della minoranza, che ha continuato: “un regolamento comunale non può andare sopra la legge, non può decidere chi può manifestare e chi no”. “Se verrà approvata una simile nefandezza io farò domanda per manifestare in piazza e, se qualcuno me lo impedirà, andrò fino alla corte di Cassazione in nome della libertà”, ha dichiarato Lignani Marchesani, che ha concluso: “Questa mozione non andava posta così, ci sono equilibri da rispettare e sarebbe meglio rinviarla per trovare punti di incontro”. Dagli stessi banchi la consigliera Elda Rossi (Fratelli d’Italia) ha tenuto a precisare: “della contrarietà alla violenza ne ho fatto una battaglia anche nella mia professione, lo insegno e lo vivo”. “Nello statuto comunale è ben specificata la difesa del diritto alla vita, della persona, la Costituzione è nei supi principi fondamentali, per cui pensare di modificarlo come viene proposto mi pare poco corretto”, ha spiegato la rappresentante della minoranza. In sede di replica il consigliere Gatticchi ha chiarito: “non condivido che affrontare questi temi sia velleitario, perché non possiamo far finta che dal ‘97 a oggi non sia cambiato il clima politico nel Paese”. “Non vado a stravolgere lo statuto comunale, si aggiunge mezza riga in nome della lotta antifascista, che ha restituito dignità all’Italia”, ha specificato Gatticchi, che ha invitato a considerare come “la conseguenza logica dell’approvazione della mozione sia di andare in commissione per darle corpo e gambe, per cui invito a votarla”. Le consigliere Arcaleni e Bassini hanno quindi chiesto il parere del segretario comunale Bruno Decenti sull’automatismo della convocazione della commissione. Il sindaco Luca Secondi è quindi intervenuto per ricordare che “ogni modifica dello Statuto comunale passa per una votazione consiliare con maggioranza qualificata dopo la trattazione in commissione”, proponendo di inserire un emendamento nella mozione (poi accolto dal consigliere Gatticchi) “per esplicitare l’intervento della commissione Statuto per la valutazione dei cambiamenti proposti”.   
 


CittàdiCastelloNotizie- Agenzia stampa del Comune di Città di Castello
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