Si torna a parlare di Raccolta civica e di patrimonio archeologico a Città di Castello attraverso la mozione presentata da Tiferno Insieme. In una nota, il capogruppo Nicola Morini e il consigliere Vittorio Vincenti ricapitolano la storia di questo importante lascito, risalente agli anni Sessanta “quando si costituì a Città di Castello un gruppo di studiosi e appassionati, uniti dal comune interesse per la ricerca finalizzata alla conoscenza del territorio dal punto di vista geologico, paleontologico, preistorico, storico. Il gruppo si dedicò in modo sistematico all’esplorazione degli strati geologici alla ricerca di fossili e di qualsiasi traccia significativa della fauna che aveva popolato le sponde dell’antico lago Tiberino. Le ricerche portarono al rinvenimento di vari manufatti di pietra appartenuti all’uomo della preistoria che in vari periodi aveva abitato la nostra valle, oltre a reperti dell’età del bronzo e di epoca romana. L‘Associazione Protostorica a seguito di questa intensa attività e dei risultati conseguiti, nel 1974 ritenne opportuno darsi una precisa strutturazione nella quale confluì gratuitamente il patrimonio materiale e di conoscenze fino ad allora acquisito. In poco tempo associazione accumulò una ricca collezione di reperti rari che fece confluire nella Raccolta Civica, collocata nei locali a pianterreno di Palazzo Vitelli a S. Egidio. L’attività del museo ebbe un avvio particolarmente felice e ora, per ricollocale e dare visibilità a quell’immenso patrimonio sono necessari interventi di adeguamento sia sul fronte espositivo che della sicurezza, a cui il Comune sta lavorando. Se il quadro è questo, Tiferno Insieme propone un documento in cui si impegna sindaco e giunta a promuovere tutte le iniziative volte alla valorizzazione del patrimonio archeologico; ad individuare come sede definitiva di esposizione, i locali già visionati, o in strutture alternative con caratteristiche similari; a promuovere iniziative didattiche per le scuole e favorire il recupero del patrimonio disperso, appartenente alla realtà territoriale dell’Altotevere, attraverso iniziative concordate e supportate dalla Soprintendenza Archeologica di Perugia”.