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POMPEI E LA PINACOTECA UNITE DAL MITO: LIKE DI DIRETTORE E MUSEO DI POMPEI SULL'AFFRESCO DI LEDA E IL CIGNO DELLA STUFETTA
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07.12.2018 -


Pompei e la Pinacoteca comunale di Città di Castello unite dal mito. Nella stufetta di Palazzo Vitelli alla Cannoniera compare la stessa immagine, Leda con il cigno, affiorata nei recentissimi rinvenimenti nel sito archeologico romano.  Nonostante oltre un millennio separi l’affresco di Pompei da quello eseguito dal Doceno nella pinacoteca di Città di Castello, è stata sufficiente un’immagine postata sul Instagram per creare un collegamento tra Umbria e Campania, tra Rinascimento ed Età Classica. “La scoperta dell’affresco con Leda e il cigno è stato salutato con molta enfasi sia dal Museo di Pompei, che ha realizzato un video in merito, sia dalla comunità internazionale, costituendo un rinvenimento di grande valore” dichiara il vicesindaco e assessore alla Cultura Michele Bettarelli “Ma non abbiamo potuto fare a meno di associarlo con il nostro Leda ed il cigno, ancora visibile nei locali della stufetta, la sauna che Angela Rossi di San Secondo Parmense, moglie di Alessandro Vitelli, sensibile alle mode romane, volle nella propria dimora nuziale. Il collegamento è stato notato dal direttore del Museo di Pompei Massimo Osanna e dal profilo del Museo che su Instagram hanno messo mi piace al post della nostra Pinacoteca con Leda”. “Si tratterebbe di un episodio trascurabile se non fosse che la Pinacoteca è come Pompei, anche se su scale diverse, un serbatoio di scoperte di grande valore culturale ed artistico. La stufetta ad esempio è una rarità nel panorama europeo dell’epoca e grazie al Rotary il Comune è riuscito e recuperarla dopo secoli di oblio perché arricchisca la visita alla Pinacoteca, seconda galleria regionale dell’Umbria. In secondo luogo, anche in vista del Cinquecentenario di Raffaello, stiamo lavorando perché il patrimonio museale tifernate cominci a dialogare con le maggiori realtà nazionali nel settore della cultura e dell’arte, superando barriere, come la periodizzazione o l’omogeneità, che ormai anche la critica considera sotto un’ottica meno stringente. Non siamo a caso la città del Rinascimento e della Contemporaneità e su questo solco abbiamo tutti i titoli per sperimentare nuovi modi di fare animazione culturale”. La “stufetta” dei Vitelli, nel Rinascimento equivalente della sauna moderna, è stata recuperata completamente grazie al Rotary Club di Città di Castello e fa parte della visita alla Pinacoteca. La stufetta è citata dal Vasari (rifugiatosi a Città di Castello nel 1534 in seguito all’accusa di complotto contro i Medici) nel passo in cui esso si attribuisce l’ideazione del contenuto delle decorazioni di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, e di cui Cristoforo Gherardi, il Doceno, è l’esecutore. Tra le scene meglio conservate, dedicate tutte ai miti delle acque, vi sono Nettuno, Diana e Atteone e Leda e il cigno. Era, come detto, il 1534 e le sale per i bagni caldi, a questo servivano le stufette, erano molto diffuse in ambiente romano, dove rappresentavano non tanto un segno di sfarzo quanto di progressismo. E’ probabile che Angela Rossi di San Secondo Parmense, (moglie di Alessandro Vitelli), sensibile alle mode romane, ne abbia voluta una per la propria dimora nuziale. Con il tempo l’ambiente fu dismesso e cambiò destinazione. Una parte importante delle decorazioni è stata recuperata grazie al lavoro compiuto dal restauratore Giuliano Guerri. La stufetta ha tre elementi: la stanza della servitù con l’impianto idrico (poi diventata cappella), lo spogliatoio e la vasca o piscina in cui i Vitelli si immergevano.
 

 


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