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Notizie dal Comune

Oltre 200 persone in posa hanno sfidato il caldo per la "grande foto": maxi-scatto davanti alla scalinata della cattedrale per celebrare i 110 anni dall'inaugurazione della Pinacoteca che custodisce le opere di Raffaello e Signorelli.
gRANDE fOTO
02.07.2022 -

 

Oltre 200 persone in posa per un maxi-scatto da consegnare ai libri di storia che immortala simbolicamente una comunità orgogliosa del suo passato, delle tradizioni, dell’arte e della cultura: presenti anche “Taki” e “Zoe” due cani pastori tedeschi con il loro proprietario. Sono trascorsi 110 anni dalla prima foto in bianco e nero nel 1912, dieci dalla  “Grande Foto” a colori in digitale del 2012 e, di nuovo, l’appuntamento si è ripetuto oggi pomeriggio alle ore 16,30 precise, come da programma, sulla scalinata della Cattedrale di Città di Castello per festeggiare, con la propria presenza, il compleanno plurisecolare della Pinacoteca Comunale, edifico storico che custodisce le opere di Raffaello, Signorelli ed altri maestri del rinascimento e non solo. Il memorabile scatto, coordinato da Francesco Rosi, è stato realizzato da Enrico Milanesi e Julian Biagini del Centro Fotografico Tifernate presieduto da Chiara Burzigotti. Un’immagine collettiva costruita con la volontà di realizzare una foto inedita da consegnare al futuro grazie all’impegno dei cittadini presenti che hanno voluto dedicare qualche momento del loro sabato pomeriggio estivo, sfidando il caldo torrido, oltre 35 gradi e rinunciando al mare o alla montagna, per testimoniare la vicinanza all’istituzione Pinacoteca e ai valori di promozione culturale, di conservazione e tutela della storia della città che essa incarna. La foto è stata scattata con apparecchiature e tecnologia adeguate all’impresa: tutti coloro che si sono presentati all’appello con la storia hanno preso posto in rigoroso ordine sulla scalinata del duomo fino a capienza completa dell’inquadratura.  “110 anni è un anniversario intermedio ma, dopo due anni di chiusure, ogni occasione è propizia per tornare nei musei e per puntare i riflettori sul nostro patrimonio artistico. E’ davvero bello ed emozionante essere qui”,  hanno dichiarato il sindaco, Luca Secondi, con tanto di fascia tricolore e l’assessore alla Cultura, Michela Botteghi, dopo aver posato per lo scatto “ricordo”, ringraziando tutti i numerosi presenti che hanno accolto l’appello lanciato qualche giorno fa in occasione della presentazione della tre giorni dedicata ai 110 anni della Pinacoteca che si concluderà domani, domenica 3 luglio, con la disputa del Palio delle Quattro Porte di balestra manesca (dove per la prima volta debutteranno anche le donne) alle ore 18 in Piazza Gabriotti ed infine alle ore 21,30 nel giardino della Pinacoteca con “Pinacoteca memoir”, incontro con Dino Marinelli, tra letture e la presentazione in anteprima del trailer del documentario “il custode della memoria”, per la regia di Elena Giogli. Il Museo trovò sistemazione nell’attuale sede quando nel 1912 Elia Volpi, pittore, restauratore ed antiquario tifernate di fama internazionale, donò al Municipio il cinquecentesco Palazzo Vitelli alla Cannoniera.

CDCNOT/22/07/02/COMINLINEA/273/GGAL

 

 

 

 

 

 

 

 

La pinacoteca Comunale di Palazzo Vitelli alla Cannoniera

 

Il Museo trovò sistemazione nell’attuale sede quando nel 1912 Elia Volpi, pittore, restauratore ed antiquario tifernate di fama internazionale, donò al Municipio il cinquecentesco Palazzo Vitelli alla Cannoniera. Costruito in tempi diversi, l’edificio assunse il definitivo aspetto nella prima metà del cinquecento e fu così denominato per la vicinanza di una fonderia o deposito di cannoni. Il Palazzo, nobile esempio di dimora rinascimentale, venne edificato in occasione delle nozze di Alessandro Vitelli e Angela Paola dei Rossi di San Secondo Parmense. Riccamente affrescato, è caratterizzato dalla decorazione a graffito della facciata che guarda il giardino eseguita da Cristofano Gherardi, detto il Doceno, su disegno del Vasari. Vasi, mascheroni, motivi vegetali, putti, cornucopie, uccelli affiancano stemmi e simboli della nobile famiglia Tifernate. Lo scalone che dà accesso al piano nobile è splendidamente affrescato con una complessa decorazione a carattere celebrativo e simbolico: Sibille e Profeti, Apollo e le Muse, Sapienti e Imperatori dell’antichità che sono attribuiti a Cola dell’Amatrice e al Gherardi. La collezione d’opere qui conservata è, per importanza, seconda in Umbria soltanto alla Galleria Nazionale di Perugia. Fra le opere custodite nelle suggestive sale, “Il Gonfalone della Santissima Trinità di Raffaello”, realizzato tra il 1500 e il 1502, anni in cui il giovane maestro era attivo a Città di Castello. Nelle due facce, molto rovinate dall’uso processionale, vengono rappresentate la Trinità e i santi Rocco e Sebastiano e la Creazione di Eva e due angeli. Le figure e la composizione manifestano l’interesse per le opere del Perugino e di Luca Signorelli. La grande pala con la “Madonna in trono” col Bambino e sei angeli del Maestro di Città di Castello, fedele seguace di Duccio di Boninsegna, è il dipinto più antico qui conservato. Seguono le opere di Spinello Aretino, di Giorgio di Andrea di Bartolo, di Antonio Alberti da Ferrara, di Neri di Bicci e di Antonio Vivarini. Unico esemplare di oreficeria è il “Reliquiario del braccio di Sant’Andrea”, datato 1420, attribuito allo scultore fiorentino Lorenzo Ghiberti. L’ingresso della Pinacoteca comunale poi è tornato poco fa quello di un secolo fa: dal portale che si affaccia sui gioielli rinascimentali di Palazzo Vitelli alla Cannoniera e del giardino all’italiana. Palazzo Vitelli alla Cannoniera, oggi sede della Pinacoteca comunale di Città di Castello, è un edificio di enorme interesse storico artistico. Venne eretto tra il 1512 ed il 1532 dalla Famiglia Vitelli in occasione del matrimonio tra Alessandro Vitelli e Angela De Rossi ed ultimato nell’assetto definitivo, nell’anno 1545. In occasione delle nozze venne probabilmente realizzato anche il giardino, completato dalle mura di recinzione e dal portale d’ingresso, che appunto risale alla prima metà del XVI° sec.. Il giardino di Palazzo Vitelli alla Cannoniera era famoso nell’Europa del Cinquecento per la presenza di piante rare ed esotiche, tanto da dare all’intero complesso l’appellativo di 'Palazzo del Giardino'. Dai documenti sappiamo che qui erano "seminati erbaggi, spalliere di cotogne melograni et rose, luogo di delitia et degno di detto [Alessandro]". Tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento venne realizzato il giardino all'italiana nell’assetto geometrico attuale, dove le siepi di bosso disegnano aiuole dalle forme geometriche e regolari, scandendo lo spazio. La struttura architettonica del complesso è rappresentata con precisione nella veduta riportata nel “Libro di piante di poderi, palazzi, botteghe e altro dell’illustrissima casa Vitelli” di Alessandro Nave del 1699, conservato presso la Biblioteca comunale tifernate. Dalla “Veduta del Palazzo Vitelli alla Cannoniera dalla parte del giardino”, si evince che l’ingresso al Palazzo dal giardino era costituito da un portone di legno incorniciato da un bugnato cinquecentesco in pietra arenaria. L’ingresso, leggermente sopraelevato rispetto al piano stradale, era collegato ad esso per mezzo di una rampa circolare “a conchiglia”.Con l'obiettivo di valorizzare il giardino, a breve verrà installato nel loggiato al primo piano un pannello descrittivo proprio del giardino della Pinacoteca, in italiano e in inglese, in cui è presente anche un'immagine tratta dal manoscritto di Alessandro Nave. Il pannello rientra nell'ambito del progetto di valorizzazione museale RIM - Rete Interattiva Museale Alto Tevere, che coinvolge ben dieci musei dalla valle e di cui il comune di Città di Castello è capofila.

 


CittàdiCastelloNotizie- Agenzia stampa del Comune di Città di Castello
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