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Notizie dal Comune

CONSIGLIO COMUNALE: DIBATTITO IN CONSIGLIO SULLA NUOVA GEOGRAFIA POLITICA INTERNA
consgilio 2019
13.12.2020 -

 

 

Lungo dibattito politico in consiglio comunale di Città di Castello dopo le recenti modifiche alla geografia dei gruppi consiliari e all’assetto della Giunta sulla base di un’interpellanza del capogruppo di Fratelli d’Italia Andrea Lignani Marchesani presentata nella seduta di lunedì 7 dicembre 2020: “dopo l’istituzione di nuovi Gruppi e la migrazione verso il Gruppo misto di appartenenti alla massima assise cittadina, in alcuni casi questi movimenti hanno determinato un'uscita dalla maggioranza delle elezioni 2016 e la Comunità tifernate ha bisogno di una guida istituzionale certa e coesa a maggior ragione in questa difficile contingenza storica. La sola maggioranza politica uscita dalle ultime elezioni comunali, peraltro sconfessata nelle più recenti tornate europee e regionali, sta assumendo sempre più le vesti di una immotivata autoreferenzialità. Le prossime elezioni comunali, tra l'altro a data ancora incerta, non possono essere anticipate perché la prima tornata utile coincide con la scadenza naturale della consiliatur. Quindi si può comprendere, anche se non totalmente condividere, la volontà del Primo Cittadino di evitare alla Comunità tifernate sei, forse nove mesi di Commissario prefettizio, che in una stagione come questa caratterizzata dalla pandemia e a maggior ragione con gli attuali numeri che sostengono l'Amministrazione in carica è il Consiglio comunale il luogo deputato a prendere decisioni nel rispetto dei ruoli”. Lignani nel documento ha proposto “di coinvolgere il Consiglio comunale nella sua interezza nelle scelte che attendono la città nei prossimi mesi, reimpostare e, eventualmente, integrare la Giunta comunale, sempre sentito il Consiglio comunale, con personalità di alto profilo professionale e non con l'ormai superato dagli eventi bilancino politico”.

Il sindaco Luciano Bacchetta ha risposto: “Apprezzo nello spirito l’interpellanza di Lignani che si pone domande che tutti si pongono. La maggioranza è indebolita in questa aula ma credo che sia un fenomeno tutto interno all’aula alla nomenclatura.In realtàò registro molte voci di dissenso verso le scelte. Sul piano giuridico le uscite sono pacifiche dal punto di vista politico meno perché sono stati eletti in questa coalizione. Quando torneremo a votare vedremo chi ha ragione, Ho scelto la massima trasparenza. Lei potrà vincere le possime elezioni ma il centrosinistra che io sogno non cade vittima né della nomeclatura, né dei notabili. Io proseguirò sulla mia strada. Lei culturalmente è un repubblicchino e sa quanto è affascinante la bella morte ma la coerenza alla fine paga. Sono stato eletto con oltre il 50 per cento dei voti al primo turno e il consiglio comunale ha avuto una compagine perché sosteneva questo sindaco. Pur apprezzando molto il suo documento e tenendo conto come filosofia le indicazioni sul nuovo assessore, credo che sia giusto andare avanti così. Sul piano tecnico non ci sono altri atti che possono far cadere il sindaco, se ci fosse una mozione di sfiducia con 13 firme ne prenderò atto ma questi 13 consiglieri devono uscire allo scoperto. Rispetto le scelte dei consiglieri che sono stati eletti in questa coalizione e non so – me compreso – che cosa sarebbe successo se si fossero presentati in altra compagine. Non mischiamo troppo: se il centrosinistra fallisce e non è in grado di governare deve essere chiaro che è colpa del centrosinistra e di chi lo ha rappresentato in questa legislaturaa partire da me”.

Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha detto: “Nessuna ciambella di salvataggio da Lignani, che è e rimarrà un uomo del centrodestra. Lei fa sempre appello al centrosinistra classico come idea ma quello che le chiedono anche i suoi è un cambio di passo, per dare seguito a tutte quelle promesse elettorali che oggi giaccioni ferme, Inoltre le viene addebitato una sorta di laude, stallo, che è un freno alla sua politica, riconducibile al PD. La sua era una politica di apertura e ora ha anche un atteggiamento astioso e puntivo invece dovremo pensare ad una ripartenza anche se questo significa rompere alcuni schemi classici, perché il mondo è cambiato e tra un anno un anno e mezzo ci ritroveremo in un’altra realtà. Abbracci la via del cambiamento epocale”. Vincenzo Bucci, capogruppo di Castello Cambia, ha parlato di “un pecorso che inizia da lontano con i consiglieri del PD che escono dal gruppo. C’è una grande difficoltà di guida politica che interferisce anche con l’Amministrazione. Lignani chiede di coinvolgere il consiglio e mi sembra un’iniziativa intelligente cosi come credo che dentro il consiglio si possano trovare personalità adatte per il nuovo assessore, che in sei mesi non potrà dare un grande contributo. Troppe cose non funzionano dalle commissioni alle problematiche dell’Amministrazione: il sistema non risponde più neanche alla sua direzione, ci sono elementi di gestione impropri. Le si barcamena? E’ un fatto politico che risente anche della crisi politica della maggioranza. Le suggerirei di presentarsi con un relazione su cosa vuole fare in questi ultimi mesi”.  Gaetano Zucchini, capogruppo di Democratici per Città di Castello, ha detto: “Siamo davanti ad una coalizione che ha governato sulla scorta del grande consenso e può essere che qualcosa non funziona ma dobbiamo lavorare per portare a termine con responsabilità, dignità ed impegno il nostro progetto politico iniziale. Se non riusciamo a portare a casa niente, avremmo fallito. Credo che abbiamo l’obbligo di continuare. Poi la maggioranza ha avuto una crisi deve riflettere. Ben vengano dibattiti, commissioni confronti con la maggioranza ma se non avremmo la forza di sostenere la maggioranza saremmo alla fine di un’esperienza politica. Ma io non credo”. Filippo Schiattelli, capogruppo dei Civici di Città di Castello: “Piuttosto che parlare delle prospettive di gruppi e persone, in questo momento è necessario porre attenzione alla città e ai nostri cittadini, chiachiere se ne possono fare tante ma sono i fatti quelli che contano, 4 anni e mezzo fa ci sono state promesseche non sono state mantenute, non piangiamo sul late versato ma pensiamo a quello che si può ancora fare nell’interesse dei nsotri cittadini in questo poco tempo”. Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, ha detto “Ammiro la dialettica politica ma per me acerbo di politica, come immagino per un cittadino comune, queste discussioni servono con tutti i problemi che abbiamo? Servono questi giochi alla città adesso e in previsione di un rimando delle elezioni? Di chi  nell’interesse? Io tutta questa paura del commissario non ce l’ho. Se avete un progetto politico portatelo a termini”. Vittorio Morani, capogruppo del PSI, ha detto: “Ci sono delle difficoltà ma dobbiamo superlarle uniti. Nel 2016 questa maggioranza ha avuto il mandato al primo turno di governare questa città e lo rispetteremo. Le discussioni sono stati con le minoranze. C’è libertà di pensiero, siamo democratici ma in nessun modo abbiamo riscontrato che un consigliere di maggioranza abbia ostacolato la macchina amministrativa della città. Questa amministrazione non è in affanno, ci siamo seduti spesso intorno ad un tavolo in questi giorni per una programmazione che porti a termine il mandato elettorale specialmente in questo momento difficile”. Marco Gasperi, capogruppo del Gruppo Misto: “I vostri obbiettivi non sono i miei e neanche i mezzi. Socuramente io punto a molto altro. Avete sbagliato e state sbagliando, usate metodi superati. Se la barca sta affondando o no a me non interessa, io capitano è lei e l’ha governata come meglio credeva. Raccolgo le sue parole sui passaggi, non mi sento un traditore, la geografia politica del consiglio vedeva sette consiglieri nel Gruppo Misto che si è scomposto in tre gruppi. L’opposizione si è distinta per concretezza. Che Schiattelli e Bartolini siano usciti dal suo gruppo, ha del coraggioso. Obiettivamente lei è po’ duro nei comportamenti”.

Nella replica Lignani: “Non volevo uno strapuntino ma da consigliere, in un momento in cui sono abbastanza certo che si voterà a settembre, Città di Castello sta vivendo un declino più preoccupante. Non amo i tecnici ma per nove mesi la proposta potrebbe essere azzerare la giunta. Ci vuole una scossa perché dopo le uscita la maggioranza non ha serrato le fila ma si è scomposta. Altrimenti il sindaco deve seguire la scellerata legge delle quota rosa, che non va scelta per forza ma perché è brava. Cos’ le donne a volte si fanno eleggono o sono strumento degli uomini per drogare il consenso. Dal 1 dicembre ogni atto delle Giunta potrebbe essere impugnato perché la Giunta è sbilanciata e reso nullo. Il sindaco è costretto a cercare con il lanternino una lista che è stata sbeffeggiata ed ora recuperata. Continuerà così? In questo momento a me interessa Città di Castello non i nostri equilibri. Non ho la vocazione alla sconfitta, in riferimento al repubblichini a cui guardo con simpatia per la scelta che fecero e che pagarono mentre altri fascisti occuparono spazi importanti nell’Italia repubblicana. Ho perso sempre ma le poche volte che ho vinto me la sono gustata”.

In chiusura il sindaco ha detto: “Apprezzo chi difende le idee e non sale sul carro del vincitore. Io non sono d’accordo con il declino di Città di Castello, che ha tenuto più di altre e le attvità hanno sempre lavorato. Basta andare a Sansepolcro o ad Umbertide, c’è un abisso con noi. I nostri innumerevoli rappresentanti delle sedi superiori, viceministri, consiglieri regionali, sono la proiezione plastica di grande floridezza politica della città. Ma ha prodotto vantaggi? Quando non sarò pià sindaco sarò libero di esprimere, Tutti i passaggi vanno consumati: Sassolini, so di avere nemici nella sinistra; la mia idea di sinistra è superare notabilita, grandi vecchi, residui di potere senza consenso e sto scontando queste scelte. Chi ha vissuto bene di politica negli anni Settanta ed Ottanta attraverso parlamento, sindacati, non ha la mia concezione. La mia scelta - non a caso ho stravinto le primarie – interpretava la volontà di cambiamento che c’era e ci sarà. Quella sinistra è minoritaria e rappresenta se stessa ma si sta ricomponendo ed è protagonista di parte delle confusioni che abbiamo visto e dichiara che sarà mia nemica. Io ne sono orgoglioso. E’ òa sinistra dei garantiti, io sono di quella dei no0n garantiti. Anche a costo di prendere l’uno per cento. Con alcuni di sinistra non potrò mai essere alleato, Dobbiamo consumare fino in fondo questa vicenda, che ha tratti di opportunismo, ipocrisia, non rispetto elettori e sepolcri imbiancati. C’è il problema morale della coerenza. Non è illecito cambiare schieramento ma è imbarazzante cambiare posizione rispetto a dove si è stato eletti con motivi pretestuosi. I progetti di legislatura si stanno realizzando tutti. Se accadesse altro ne prenderò atto. E’ interesse della città andare fino in fondo così si fa chiarezza. Baglioni: ha parlato della crisi del centrosinistra, ma, a parte Mancini e Marchetti per motivi istituzionali, è il decimo che entro nello scranno della Lega, un record mondiale. Perché accade? Alcuni consiglieri della Lega si sono dimessi per motivi politici. Allora il partito di Baglioni non dotrebbe governare. E’ un discorso di qualità della politica. Il consigliere deve rispondere a chi l’ha votato. Il Movimento Cinque Stelle è scomparso, la Lega aveva due consiglieri ce ne ha uno. Lignani ed io veniamo dalla scuola politica e sappiamo che ci sono delle regole che non sono scomparse. Se questa esperienza va avanti non fa danni: conti in ordine, progetti sociali, altri in ultimazione”. Anche se nelle ultime elezioni a Città di Castello ha perso non era il mio centrosinistra che ha sempre vinto e che non sarà al fianco dei notabii, dei grandi vecchi e dei garantiti”.

 

 

 


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