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Notizie dal Comune

CONSIGLIO COMUNALE. MASSETTI (PD) VA NEL GRUPPO MISTO. OPPOSIZIONI: VERIFICA DI MAGGIORANZA. ASSENTE PD, SINDACO: "SOSPENDIAMO PER CHIARIRE"
CONSIGLIO
28.09.2020 -

 

Cambia la geografia del consiglio comunale di Città di Castello dopo il passaggio di Vittorio Massetti dal PD al Gruppo Misto che così risulta formato da Gaetano Zucchini, capogruppo, Marcello Rigucci, consigliere ex Lega, Marco Gasperi, consigliere ex capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Luciano Domenichini, consigliere ex PD. Anche Marco Castellari si è dimesso da capogruppo della Lega: lo ha annunciato il presidente del consiglio Francesca Mencagli anche se non si è proceduto alla surroga nella seduta in corso. Vittorio Massetti ha formalizzato la sua decisione nelle comunicazione della seduta di lunedì 28 settembre 2020 con una lettera in cui spiega i motivi: “Rimarrò iscritto al partito democratico nonostante la dirigenza locale del partito denoti a mio parere atteggiamenti autoreferenziali e cesaristici tesi a restringere l’attività politico-istituzionale a poche persone ad una ristretta cerchia.  Anche il gruppo consiliare del Partito Democratico, originariamente costituito da otto consiglieri dopo la mia uscita ed adesione al gruppo misto  resterà di  soli cinque consiglieri. Una fotografia attuale che testimonia un involuzione politica che ha portato il PD tifernate  ad arroccarsi su vecchie logiche esclusive che cercano di allontanare tutti coloro che non obbediscono agli input e alle direttive di pochi che decidono o vorrebbero decidere anche per altri. In questo Pd locale, in questo gruppo consiliare non mi riconoscono più”.  Anche Marco Castellari ha affidato il suo addio al consiglio ad lettera di cui riportiamo un estratto: “A causa di impegni lavorativi sempre maggiori, con la consapevolezza e l'umiltà  di non poter più  svolgere ad oggi appieno il mio ruolo di consigliere comunale, sempre nel pieno rispetto del mandato dei cittadini tifernati, ho quindi deciso di fare un passo indietro per il bene della Lega, che così facendo potrà avere un consigliere comunale a tempo pieno, e dei tifernati che potranno quindi contare in un rappresentante sempre in prima linea. La politica è una passione che deve animarci ogni giorno qualunque ruolo si ricopra, non deve essere un indegno sostituto del duro lavoro”.

Nuova geografia del consiglio. A fronte di questi passaggi la geografia del consiglio comunale risulta articolata così: il Gruppo del PSI conta 6 consiglieri: Vittorio Morani, capogruppo, consiglieri Benedetta Calagreti, Luigi Bartolini, Tiziana Croci, Filippo Schiattelli, Ursula Masciarri. Il Gruppo PD con 5 consiglieri: Mirco Pescari, capogruppo, consiglieri Luciano Tavernelli, Francesca Mencagli, Massimo Minciotti, Letizia Guerri; Giovanni Procelli, capogruppo La Sinistra. Oltre al Gruppo Misto con 5 componenti, Tiferno Insieme due componenti: Nicola Morini, capogruppo, e Vittorio Vincenti, consigliere, Castello Cambia con 2 consiglieri: Vincenzo Bucci capogruppo e Emanuela Arcaleni consigliere, la Lega con 1 consigliere che subentrerà con la surroga del dimissionario Castellari, Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia.

 

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DIBATTITO IN CONSIGLIO DOPO LE DIMISSIONI DI MASSETTI. OPPOSIZIONE CHIEDE VERIFICA DI MAGGIORANZA E NUMERO LEGALE. GRUPPO MISTO: “SIAMO NUMEROSI, FAREMO UNA VALUTAZIONE”. ASSENTE DELEGAZIONE PD. IL SINDACO: “SOSPENDIAMO PER CHIARIRE”

Rinviato il consiglio comunale di Città di Castello. Dopo l’annuncio del passaggio di Massetti al Gruppo Misto si è sviluppato un dibattito nel consiglio comunale di Città di Castello del 28 settembre 2020. Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia, ha detto: “Il quadro del consiglio è cambiata. Il Pd ha perso consiglieri che sono passati in gruppo diverso. Le chiedo di aprire la crisi e di dire ai cittadini come intende proseguire nel suo mandato. Lei non avrebbe il numero legale per governare. Da cosa dipende?”. Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha detto “i conti li faranno i cittadini, il PD è un partito politico inadeguato a reggere le sorti di questa città e i tifernati ne devono tenere conto ed anche la Giunta comunale, se vuole mantenere legittimità, deve prendere atto”. Emanuela Arcaleni, consigliere di Castello Cambia, ha sottolineato che “La situazione emerge plasticamente dalle sedie vuote. C’è una crisi di maggioranza e chiedo agli assessori che sono espressione del PD in che posizioni stiamo e che spiegazioni ci possono dare. Il sindaco deve dare una lettura alla città non alle opposizioni. Chiederò la verifica del numero legale. Non è un problema di numeri soltanto ma politico”. Vittorio Vincenti, consigliere di Tiferno Insieme, si è rivolto al sindaco e alla maggioranza: “La Giunta è remunerata per prendersi responsabilità così come il sindaco. Sarà possibile che in una città con problemi pratici di buona amministrazione si può discutere le dimissioni legittime dei consiglieri? Questo è malgoverno. Richiamo anche gli assessori. Personalmente sono qui non per un interesse politico ma per un servizio. E’ irrispettoso per i cittadini. Dal punto di vista mediatico i nostri discorsi non vengono fuori. Vi interessa risolvere i problemi post Covid o i giochi politici?”. Gaetano Zucchini, capogruppo del Gruppo Misto, ha detto: “Va rispettata la scelta di Massetti. Non sono decisioni facili. Il tempo è galantuomo, come da galantuomo si sta comportando il Gruppo Misto che non ha mai fatto mancare l’appoggio alla maggioranza perché vi abbiamo ritrovati i punti programmatici di legislatura. Faremo le nostre valutazioni anche noi. Il Gruppo Misto è numeroso e con visioni differenti”. Nicola Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha detto : “Tre indizi, come ha detto il sindaco, fanno una prova. In questo caso tre consiglieri usciti dal PD. C’è il silenzio assordante del PD. Questa maggioranza fin dall’inizio non ha goduto di buona salute. Non c’è nulla da rallegrarsi ma da assumersi le proprie responsabilità. Essendo il secondo punto una variazione di bilancio e del DUP, noi correttamente non garantiremo il numero legale. Se prendete atto che c’è una crisi di maggioranza, ne prenderemo atto”. Il sindaco Luciano Bacchetta ha dichiarato: “il sindaco ha recepito le indicazioni dei partiti per la Giunta e sono entrati in consiglio 4 non eletti. Non conosco perché ci sono 4 assenti del PD; l’unico del PSI è giustificato per malattia. Non sappiamo se l’assenza contemporanea sia un caso ma il PD ha 4 assessori e 4 consiglieri. Penso che siano assenti casualmente anche se all’ordine del giorno c’era bilancio e scuole, argomenti non secondari. Qui in realtà mancano PD ed anche la Lega che non c’è in questo consiglio comunale. Ma non parlo della crisi delle minoranze. Ho aspettato per nominare il presidente della Commissione di Controllo e Garanzia. Il fatto è che qui, stasera manca Pd e Lega. Io non sono stato scelto dalla nomenclatura ma dai cittadini. Ho vinto le primarie. Sono sindaco contro la nomenclatura. Aprirò una riflessione per la maggioranza ma anche la minoranza lo deve fare. Devo chiarire se la giustificazione del PD è falsa. In questo consiglio ci sono troppe ambizioni personali. Chiedo a quel che resta della maggioranza di votare il rinvio del consiglio perché il PD capisca se le assenze sono giustificate o ingiustificate. Se fosse un motivo politico ne prendo atto e chiederò ai 4 consiglieri di parlare con i 4 assessori, chiederò un incontro alla delegazione del PD e prenderò atto che non vogliono concludere la legislatura. Rinviamo una variazione di bilancio per dare risorse alle scuole. E in questo la minoranza non c’entra nulla”. Lignani: “Prendo atto ma bisogna rimodulare le date dei consigli”. Sassolini: “Ci asterremo dalla votazione”. Morini: “Lei è il sindaco della mia città. E nell’interesse della mia città, dica la verità ai cittadini. La crisi di maggioranza è conclamata. Noi come minoranza ci asteniamo”. Zucchini: “Mi ha stupito la sua moderazione. La sosterremo nella richiesta e chiedo al presidente di convocare per la prossima settimana il consiglio per favorire la discussione degli atti e dare un segnale di corretta responsabilità”. Il sindaco: “Se non fossero causali le assenze, mi dimetterei”.

 

 

 


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